Pelle naturale e sostenibile

Il settore dell’industria conciaria italiana, simbolo di qualità e esperienza in tutto il mondo, è uno dei più attenti al tema fondamentale della sostenibilità produttiva e della riduzione dello spreco di risorse non rinnovabili, per diminuire l’impatto ambientale della produzione della pelle sul territorio circostante.

La logica del riutilizzo si trova sin dal recupero delle materie prime  che derivano dagli scarti della filiera della carne.
L’industria conciaria, quindi, riutilizza e lavora quelli che per un altro settore sarebbero rifiuti dallo smaltimento piuttosto complesso.
La particolarità di questa industria è proprio quella di raffinare e rendere pregiata quella che sarebbe di fatto materia di scarto e, allo stesso tempo, attuare un modello circolare che sfrutta in modo virtuoso i propri rifiuti in un’ottica di sostenibilità e responsabilità verso la comunità.
Infatti, la maggior parte dei rifiuti conciari è destinata al recuperocirca il 76%, secondo stime del 2016, percentuale che sale a 84%  se si considerano tutti gli scarti della produzione. Di seguito qualche esempio che dimostra questo modello di riutilizzo.

Il carniccio, gli scarti tolti dalle pelli prima della concia, viene lavorato per ottenere delle proteine idrolizzate con cui si producono concimi speciali, totalmente biodegradabili e senza rischi per la salute pubblica e l’ambiente.


Le rasature, i rifili e i vari cascami sono sottoposti a processi di idrolisi termica o enzimatica, grazie ai quali si possono ottenere fertilizzanti di alta qualità.
Dalla lavorazione di questi sottoprodotti dell’industria conciaria si ottengono, anche in questo caso, delle proteine utili alla creazione di concimi cosiddetti intelligenti, perché biostimolanti e utili a migliorare le caratteristiche fisiche del suolo.

Altri scarti, sempre ricchi di proteine, sono utilizzati per la realizzazione di prodotti destinati alla filiera alimentare come il collagene, i budelli artificiali, le gelatine e le proteine alimentari. Quando non sono idonee al consumo alimentare, possono essere trasformati in gelatine tecniche e colle.

Un’altra lavorazione interessante degli scarti conciari è quella a cui sono destinati i fanghi che derivano dal trattamento delle acque reflue, da cui sono ricavati sia dei fertilizzanti che un granulato sinterizzato (proveniente da un processo di disidratazione e essiccamento di questi fanghi), questo, miscelato al carbonato di calcio, viene utilizzato nei granulati destinati all’edilizia e alla creazione di bitume per asfalti.

La tendenza a investire in tecnologie innovative e nella riduzione dell’utilizzo di risorse è sempre più diffusa nell’industria della lavorazione della pelle. La conceria italiana si può considerare come uno dei modelli più importanti che dimostra come una grande attenzione a tutto il processo produttivo è fondamentale per creare un prodotto di pelle di qualità e allo stesso tempo, fare attenzione a come si sfrutta l’ambiente in cui si è inseriti.